giovedì 10 giugno 2010

Tutto sulle vostre spalle?

La CGIL con lo slogan "Tutto sulle nostre spalle" si prepara a manifestare ed a scioperare contro la manovra del Governo che taglia stipendi ed assunzioni nel pubblico impiego. A sostegno di questa protesta, in rete gira un appello.
Questa è la mia risposta.

Sono un libero professionista, non sono corrotta, nessuno mi ha pagato la casa a mia insaputa, nel 2009 ho incassato mediamente 2.400 euro al mese, da cui bisogna togliere il 26% di contributi INPS, che sono interamente a mio carico, e il 25% tra IRPEF e addizionali; alla fine ne restano circa 1.300.
Non percepisco tredicesima né quattordicesima, né integrazioni o premi. Non ho ferie o permessi retribuiti. Non ho diritto a indennità di malattia. Nonostante mi sia stata riconosciuta un'invalidità del 100%, non ho nemmeno la possibilità di usufruire di permessi retribuiti per analisi e cure mediche.

Svolgo il mio lavoro con costanza ed applicazione, contando soltanto sulle mie risorse, le mie capacità e la mia professionalità. I clienti mi chiamano se e quando hanno bisogno di me. Se quello che so fare non serve a nessuno, non trovo lavoro. Se non lavoro, o lavoro male, non vengo pagata.
Non rischio il posto di lavoro perché non ho un posto di lavoro. Non ho nessun tipo di tutela occupazionale. Non posso usufruire di ammortizzatori sociali se manca il lavoro o se i clienti non mi pagano. Se sciopero, ci rimetto soltanto io.

I miei corrispettivi sono determinati solo in base alle mie capacità professionali, non ho scatti di anzianità né avanzamenti di livello, nessun meccanismo di tutela del potere d’acquisto né di adeguamento all’inflazione.
Non ho nessuna possibilità di andare in pensione prima dei 65 anni e quando cesserò l’attività professionale non riceverò alcun TFR.

Non ho provocato io la crisi, ma ne ho pagato le conseguenze con una riduzione del 30% del fatturato e tante difficoltà e ritardi per riscuotere i miei compensi. E non ho ricevuto nessun aiuto o sovvenzione.

Sono una cittadina italiana anch’io, e come me lo sono cinque milioni di lavoratori autonomi. E centinaia di migliaia di dipendenti privati che da due anni sono continuamente in bilico tra cassa integrazione, mobilità e licenziamento e hanno perso ben più del 20% del loro salario.

Che sia "tutto sulle vostre spalle" andate a raccontarlo a qualcun altro.