venerdì 12 giugno 2009

Animali urbani

Alcune osservazioni delle ultime settimane mi hanno fatto pensare che alcuni animali si siano adattati straordinariamente bene alla convivenza con le strutture e le tecnologie umane. Oppure che l'urbanizzazione ne abbia drasticamente alterato gli istinti.

Ieri ho rischiato di investire una ghiandaia in una strada interna di una zona industriale: era posata in mezzo alla strada e sembrava non avesse nessuna intenzione di spostarsi, ho dovuto fermare completamente la macchina prima che si decidesse a volare via.


Il giorno prima ero rimasta sorpresa da una cornacchia grigia ferma ai margini di una strada provinciale, totalmente indifferente alle auto che passavano meno di mezzo metro da lei.

Qualche settimana fa mi ero dovuta fermare attraversando un paesino perchè c'era un giovane gatto grigio in mezzo alla strada che faceva la posta a un paio di colombi, così intento a puntare le sue prede da non rendersi nemmeno conto del mio arrivo: si è deciso a spostarsi solo quando i colombi sono volati via e io ho dato un colpetto di clacson. Temo che non avrà vita lunga.

Pochi giorni prima, un passero che era posato sul guard-rail aveva improvvisamente deciso di attraversare la strada ad una quota di mezzo metro da terra proprio mentre arrivava la mia auto: ho sentito un "toc" in corrispondenza del faro anteriore destro, non andavo veloce, sì e no 50 all'ora, e non ho visto il cadavere sulla carreggiata, spero che sia sopravvissuto.


È sorprendente come questi animali non abbiano mostrato il timore che un'automobile dovrebbe incutere: mi sarei aspettata di vederli scappare, intimoriti da questo grosso e rumoroso oggetto che si avventava verso di loro, spinti dall'istinto ad allontanarsi dal pericolo. Invece niente, indifferenza quasi totale. Abitudine o alienazione?
Sicuramente molti animali si sono adattati ai contesti urbani e alle infrastrutture umane e mi pare che di recente questo fenomeno sia in crescita. Oppure sono io che adesso me ne accorgo di più?

Fin da bambina ho sempre amato osservare gli animali, domestici e non, ma forse guardavo nei posti sbagliati, perchè per anni gli unici che sono riuscita a vedere regolarmente sono stati passeri, merli e colombi, a volte un pettirosso o qualche gabbiano che decideva di farsi un giretto nell'entroterra, le rondini nella bella stagione (che avvenimento il primo avvistamento di primavera!), i pipistrelli che vivevano sugli ippocastani del viale e nelle sere d'estate sfrecciavano sopra le nostre teste (perchè allora dopo cena si giocava per strada), le pantegane nel fiumiciattolo davanti alla casa dei nonni e i gatti di casa che ne portavano orgogliosamente a casa i cadaveri. Cani, gatti e qualche animale da cortile nelle case vicine, le mucche nella stalla in qualche fattoria - avvenimento da raccontare nei temi o nei pensierini a scuola -oppure libere nei prati quando si andava a trovare gli zii in Toscana.
Ricordo viaggi in macchina con lo sguardo puntato fuori dal finestrino, nel tentativo di scorgere qualche nido tra i rami degli alberi e magari una gazza ladra o una coppia di cigni sul fiume oppure - evento straordinario! - un gregge di pecore.
Ho le foto di un incontro ravvicinato con un corvo durante una gita in montagna: avevo circa un anno e mezzo e la mamma mi ha raccontato che tutti rimasero stupiti dalla reciproca intesa che si era stabilita: io per nulla intimorita da questo grosso animale, e lui che si lasciava avvicinare, ma solo da me. Sono cresciuta con l'idea che i corvi vivessero solo in montagna, perchè qui non ne avevo mai visti.

Una ventina d'anni fa è iniziato il cambiamento... o forse io ho imparato a guardare meglio.

Nel fiumiciattolo vicino alla casa dei nonni si è insediata una fiorente colonia di anatre, nei campi sono comparsi fagiani, lepri e aironi bianchi e grigi , corvi e cornacchie sono ovunque.
Sono tornati anche i rapaci: molti gheppi (quelli che riescono a restare sospesi in volo stazionario battendo le ali mentre studiano il terreno a caccia di prede), ma anche le grandi poiane, che ormai si vedono facilmente anche ai lati dell'autostrada.
Ora quattro o cinque gazze si incontrano regolarmente sulla rete del mio giardino per chiacchierare (e si capisce da dove viene il termine "gazzarra"...), una coppia di ghiandaie ed alcune lepri vivono nei campi dietro alla casa e un paio di volte ho avvistato anche un picchio verde a caccia di insetti sul tronco di uno dei miei alberi.

Per me è sempre una gioia poter osservare gli animali nel loro ambiente, un avvistamento continua a regalarmi la stessa emozione di quando ero bambina, e penso che mantenere la capacità di lasciarsi incantare dalla natura sia una cosa buona.
Mi chiedo però se questo ripopolamento sia il frutto di un maggiore rispetto dell'uomo verso la natura, con il ripristino di condizioni più favorevoli alla fauna selvatica, oppure solo di una grande capacità di adattamento degli animali, che hanno imparato a convivere con le nostre strutture, con il rumore e con l'inquinamento.

Nessun commento:

Posta un commento